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Domenica 8 giugno 2025 - PARCONAZIONALE DELLA MAJELLA “TAVOLE DEI BRIGANTI" |
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Iscrizione e quota spese: Iscrizione entro e non oltre Venerdì 6 Giugno 2025 Potranno partecipare anche i non-soci CAI con il pagamento obbligatorio della copertura assicurativa di €. 9 (in sede entro e non oltre il venerdì precedente l’escursione). |
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dislivello: 350 m circa quota massima: 2170 m s.l.m.(Cimaq Monte Calvello) tempo di percorrenza (A/R): 5 ore circa (escluso soste) sviluppo totale del percorso: 10,00 km circa (percorso in parte ad anello) difficoltà: E-Escursionistico |
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direttori di escursione: Gennaro Ciavarella (tel. 3481506182) Claudia Palmieri (tel. 56786639) Samuele Romano (tel. 3711956944) |
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Appuntamento: ore 7:00 davanti al Bar “Caffè dell’Alba” Partenza: ore 7:15 (si prega di essere puntuali Rientro: previsto nel tardo pomeriggio (dopo le ore 17:00 circa) Viaggio di trasferimento con auto proprie: distanza da Foggia 200 km Colazione a sacco e acqua almeno 2 litri (non vi sono punti di rifornimento lungo il percorso) Previsioni meteo: comunicate il venerdì precedente la partenza in sede Equipaggiamento: Scarponcini da trekking ( a strati da montagna (possibilmente traspirante) Inoltre si raccomandano: copricapo per il sole occhiali da sole e crema solare. Condizioni fisiche: Il percorso è estremamente semplice e non è lungo, ma da condurre tutto in cresta per cui si richiede uno stato di salute ottimale e senso di responsabilità a ciascuno dei partecipanti. |
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Tempi di percorrenza stradale: Circa 2,5 ore partendo da Foggia fino al Rifugio Pomilio (Majelletta), attacco del sentiero escursionistico. |
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Descrizione del territorio e cenni storici : Un’escursione di alta quota tra il profumo dei pini mughi con uno dei panorami più incredibili su quasi tutte le cime abruzzesi. Siamo sopra i 2000 metri e la vicinanza al mare è davvero unica!.Un percorso tra natura e storia che ricalca gli eventi bellici e la storia agropastorale della Majella, la montagna madre degli abruzzesi. Ma chi era Maja? Fanciulla dalle trecce bionde, era la maggiore e la più bella delle Pleiadi, le sette mitologiche figlie di Atlante e di Pleione. Amata da Zeus dal quale ebbe in figlio Ermete. La storia narra che Maja fuggendo dalla Frigia (una regione dell’Anatolia centrale), per portare in salvo suo figlio ferito in battaglia, attraversò il mare per arrivare al porto della città di Orton, l’attuale Ortona. Da quisi rifugiò in una caverna del Gran Sasso dedicandosi alla cura del figlio. Passò tutto il tempo alla ricerca di un’erba medica che potesse guarire il giovane, ma la neve rese impossibile il suo ritrovamento e dopo qualche tempo Ermete morì lasciandola disperata. Per molti giorni, la madre pianse il figlio. Alle prime ore dell’alba, tutti gli abitanti della montagna rimasero a bocca aperta nel vedere il principe trasformato in una montagna dalla quale, oggi, chiunque può distinguere il “gigante che dorme”. Maja dopo la morte del figlio, non ebbe pace. L’angoscia e il dolore la portarono alla morte. I suoi parenti, dopo averla adornata con vesti, ghirlande di fiori e di erbe, la seppellirono sulla montagna di fronte al Gran Sasso, che, da quel giorno, in memoria, venne chiamata Majella. La montagna, prese la forma di una donna con lo sguardo fisso al mare. Ancor oggi i pastori sentono i suoi pianti nelle giornate di vento quando i boschi e i valloni riproducono il lamento. Per le genti d’Abruzzo la Majella è la Madre, il simbolo della fertilità della terra. È la Terra stessa. Lungo il sentiero di cresta del Parco, ci dirigiamo dapprima a Cima Blockhaus (2145 m) con il suo suggestivo fortino e poi alla scoperta delle suggestive Tavole dei briganti (2114 m), monumento pastorale unico e antica testimonianza del passaggio di “briganti”. La sosta successiva alla Fonte di Sella Acquaviva ci ristora prima di riprendere la via del ritorno. Dal Rifugio Pomilio (1888 m) alla Fonte di Sella Acquaviva passando per la Madonna della Neve, Cima Blockhaus, le Monte Cavallo e le Tavole dei Briganti. Ritorno aggirando Cima Blockhaus. La cima Blockhaus, immersa nel verde di piante di pino mugo, rappresenta un'antica superficie di erosione formatasi quando l'altezza del monte era modesta e vi erano condizioni ambientali subtropicali. L'isola corallina originaria, emersa dal mare, costituente la cima, subì fenomeni di degradazione chimico-fisica, che ne modellarono la superficie. Tale processo si protrasse nei millenni, in concomitanza con la produzione biogena di carbonato di calcio da parte degli organismi che popolavano i bordi sommersi. L'innalzamento ha causato l'inarcamento della montagna, portando i bordi sommersi in posizione sub-pianeggiante, i quali, per via dell'erosione glaciale che ha formato le valli, sono stati isolati della parte centrale e ridotti di dimensione. L'attività glaciale, che non ha eroso completamente la superficie del monte, ha finito per dagli la forma di un acrocoro triangolare. Il termine "block-haus" (che in tedesco si riferisce ad un particolare tipo di abitazione, vedi Blockhaus) fu coniato nel XIX secolo durante la lotta al brigantaggio da un comandante militare austriaco che era di stanza con un plotone di soldati sulla cima, dove intorno al 1863, durante il periodo postunitario, era stato costruito un fortino in legno con base rettangolare in pietra, per cercare di contrastare le iniziative dei briganti. Del fortino, rimasto attivo fino al 1867, si sono conservati soltanto i ruderi della base rettangolare in pietra. Presso la cima, ai piedi della vetta del monte Cavallo, si trova infatti un'importante testimonianza dei briganti della cosiddetta "Banda della Maiella", ossia la scritta incisa sulla "Tavola dei Briganti". La banda era composta da sotto bande indipendenti guidate ciascuna da un capobanda, come quelle di Croce "Crocitto" Di Tola, Domenico "Cannone" Valerio, Domenico Di Sciascio, Fabiano "Primiano" Marcucci, Luca Pastore, Nicola Marino, Pasquale "Mercante" Mancini e Salvatore Scenna. Una tavola reca in particolare la scritta: «Leggete la mia memoria per i cari lettori. Nel 1820 nacque Vittorio Emanuele Re d'Italia. Prima il '60 era il regno dei fiori, ora è il regno della miseria». |
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Descrizione del territorio e cenni storici : Il sentiero per arrivare alla Tavola dei Briganti è di una bellezza rara. Si ha la possibilità di camminare sul crinale, chiamato Scrimacavallo, della montagna ammirando la Majella e le diverse valli che si aprono sui fianchi, sopra le nuvole che si muovono. Si vivrà la sensazione di respirare l’aria fresca dell’alta montagna senza dover fare lo sforzo enorme di arrivare in quota. La Tavola dei Briganti (2.110 m s.l.m.) è un luogo dove la storia ha lasciato il suo segno. Una grossa pietra dove i briganti incisero scritte e simboli per raccontare la loro vita ed i loro ideali. Per arrivare alla Tavola dei Briganti bisogna passare per il Blockhaus. Il nome deriva dalla guarnigione di mercenari austriaci che presiedevano questo passaggio. Qui nel 1866 i piemontesi fecero ricostruire questo edificio di origine borbonica come deterrente per il passaggio dei briganti in questo luogo strategico. Lasciata la macchina al rifugio Pomilio, 1.890 m s.l.m. (in prossimità delle antenne), inizia l’itinerario “Indro Montanelli” che è un’area pedonale e per diversamente abili (percorribile anche con i bimbi sul passeggino ma noi percorreremo un sentiero che si inerpica sulla cresta poco a fianco). Già da questo itinerario inizia lo spettacolo della Majella. Sotto le valli più suggestive (come la stupenda Selva Romana) e di fronte la montagna madre. Arrivati alla fine dell’area pedonale troveremo un colle alla cui cima c’è il Blockhaus e all’inizio del sentiero una cappelletta con una madonnina. Il sentiero per la Tavola dei Briganti aggira il colle ma noi lo percorreremo al ritorno preferendo salire sulla cima del Blockhaus. Da qui in poi c’è un sentiero che seguiremo fino ad arrivare al cartello che indica la “Tavola dei Briganti” attraversando il caratteristico boschetto a pino mugo. Dopo poco più di 2 km ecco le “Tavola dei Briganti” con il suo favoloso panorama e la cima di Monte Cavallo. Visitato questo luogo proseguiremo per un breve tratto per arrivare alla fontana Acquaviva così da rinfrescarci con della buona acqua di montagna ad una fonte tenuta in salute dalla cura del CAI di Sulmona. Da qui in poi il sentiero di inerpica e sale di quota. Percorrendolo sarebbe possibile arrivare al vicino bivacco Fusco ed anche al Monte Amaro ed al bivacco Pelino passando di fianco a fonte Fredda. Ma di questo magari ne parleremo in un altro momento. Il viaggio di ritorno è molto semplice. Bisogna ripercorrere lo stesso sentiero fino ad arrivare al bivio prima del colle del Blockhaus ed il cartello ti indica il sentiero sulla sinistra che ti aprirà la visuale sulla Valle dell’Orfento. |
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